Io e il cioccolato

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Ho iniziato ad appassionarmi al cioccolato intorno al 2016. Ho avuto la fortuna di collaborare con un’azienda che produce cioccolato di altissima qualità e, così, scoprire il mondo del vero cacao. Ho capito subito che tutto quello che conoscevo e consumavo, non lo era, e che il cioccolato di alta qualità non sapeva affatto di “cioccolato”! C’è questo gusto che la gente ha in mente... il gusto “cioccolato”. Ma che gusto è? Un gusto finto, artefatto, industriale. Così ho scoperto i veri aromi del cacao e del cioccolato, tanto strani in principio. D’altronde, direste mai che un cioccolato può sapere di frutta tropicale, lampone, miele o caffè? E queste sono solo alcune delle innumerevoli note aromatiche.

La mia passione si è poi unita alla curiosità. Già da molti anni ero una ricercatrice energetica, ovvero una persona che riconosce le energie sottili attorno a sé e impara a servirsene, continuando a lavorare di giorno in giorno per aprirsi ancora di più e migliorare la propria vita. È stato l’anno successivo che ho sentito parlare per la prima volta di alimentazione vibrazionale, ovvero la capacità dei cibi di fornirci oltre ai nutrienti riconosciuti anche delle vibrazioni utili alla vita stessa. L’argomento è molto ampio ma mi limiterò a riassumere questo concetto: gli alimenti in base alla bioenergia si dividono in alimenti superiori (> 6.500 Å), alimenti di appoggio (6.500-3.000 Å), alimenti inferiori (< 3.000 Å) e alimenti morti (energia 0 Å).

Per mantenersi con vibrazioni a una lunghezza d’onda superiore ai 6.500 Å il nostro organismo deve continuamente adattarsi alle influenze esterne di diverso tipo e un’alimentazione adeguata è importantissima. Se scegliamo alimenti naturali, coltivati e prodotti con cura, avremo una vibrazione alta, al contrario se scegliamo alimenti sfruttati e industrializzati, avremo una vibrazione molto più bassa della nostra media. Un concetto assai semplice che spesso applichiamo in modo naturale, guidati dall’istinto.

Il cioccolato era classificato come cibo inferiore e questa notizia non mi andava proprio giù.

Da lì è partita la mia sperimentazione che, oserei dire, ho applicato con metodo quasi scientifico. Per prima cosa ho selezionato 10 tipologie di cioccolato: alcune di altissima qualità, altre di media e un paio di qualità industriale. Ho creato un elenco numerato e ho preparato dei pacchetti con i 10 campioni, ogni pezzetto incartato singolarmente e riconoscibile solo dal numero. Dopodiché ho preparato delle tabelle corredate dalla ruota con il Biometro di Ångström. Ho fornito questi kit a molti conoscenti a amici pratici di radioestesia per verificare la frequenza dei campioni. Questi, non soggetti a condizionamento alcuno, mi hanno fatto avere i dati. Da lì la mia ricerca è continuata ed è stata affinata.

Il risultato finale è stato molto semplice: più i cioccolati erano stati prodotti con cacao di qualità nel rispetto della natura, delle persone e delle materie prime, grazie a lavorazioni poco aggressive, più avevano una frequenza alta. Spesso così alta da sfiorare “l’energia spirituale”. La domanda successiva è stata: sarei in grado con le mie abilità di massimizzare questa frequenza?

Da lì, in due anni di lavoro, è nato Vibrational Chocolate.

 

Lorena Laurenti

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